Le nuove assunzioni, per un’azienda, sono sempre un’opportunità di crescita. Spesso, però, accade che non si formalizzino per tutta una serie di motivi. Prima fra tutti, la mancanza delle giuste competenze. Secondo i dati Unioncamere-Anpal, infatti, anche ad ottobre i processi di assunzione nelle imprese hanno subito rallentamenti proprio per questo motivo. Vediamo.

Il problema delle competenze per le nuove assunzioni

La prima cifra che viene fuori dal monitoraggio Unioncamere-Anpal mostra subito la difficoltà delle aziende: nel 50% dei casi, infatti, dopo le fasi di:

  • ricerca dei nuovi profili da inserire in organico
  • l’attivazione dei percorsi di ricerca e selezione
  • l’individuazione dei candidati
  • e i colloqui conoscitivi

le assunzioni non si formalizzano per via della mancanza di competenze giuste. E questa percentuale varia, in meglio o in peggio, a seconda dei profili professionali.

Il mismatch in base ai profili

Andando nel dettaglio, infatti, si vede come rispetto alla media del 50% di difficoltà di reperimento delle giuste risorse in generale, la percentuale cambia per determinate categorie:

  • per gli operai specializzati la percentuale sale al 60,7%
  • le professioni tecniche si stabilizzano al 47,5%
  • gli operatori turistici balzano al 60,7% di difficoltà di reperimento, soprattutto nelle strutture alberghiere

Ma ci sono molte altre professioni, nel settore digital, che prevedono determinate competenze non sempre ritrovate nei candidati. E sono proprio tutte quelle figure che, almeno in teoria, dovrebbero accompagnare le aziende nel percorso di transizione digitale chiesto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Qualche esempio? Energy manager, social media manager, digital marketing manager, data analyst, specialista della cyber security.

Il peso della formazione per le nuove assunzioni

Una volta analizzati i dati, occorre capire i motivi che portano a questa fotografia. Cosa vuol dire che i candidati alle nuove assunzioni in azienda non hanno le giuste competenze? Vuol dire, essenzialmente, due cose:

  • la mancanza sostanziale di candidati persino con la giusta formazione di base (ad esempio, mancano persone con percorsi di studio in materie Stem)
  • e un bagaglio di competenze scolastiche o universitarie che poco parlano con le reali esigenze delle aziende.

Come fare, dunque?

Per poter, quindi, risolvere questo atavico problema di mismatch tra la domanda e l’offerta di lavoro ci sono molteplici strade da seguire, in modo che la percentuale di nuove assunzioni che non si concretizzano si riduca progressivamente con il tempo.

Una di queste è, ovviamente, la formazione “privata”, ossia la scelta del singolo candidato ad un’offerta di lavoro di accedere ad un percorso di potenziamento delle proprie skills per poter, poi, diventare effettivamente “il” candidato giusto.

Da questo punto di vista, Time Vision offre molte possibilità:

E se alle aziende il candidato piace lo stesso?

In questo secondo caso, per le aziende c’è un’importante strumento a disposizione: la formazione in ingresso. Sia che si tratti, ad esempio, di contratti di apprendistato per un determinato target di candidati, che di opportunità formative offerte dai fondi interprofessionali.

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