Un piano triennale dei fabbisogni occupazionali stagionali e non, legati al Decreto Flussi. È questa l’idea alla base del tavolo di confronto aperto ieri tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e le parti sociali.

L’obiettivo è quello di avere una dettagliata analisi del mercato del lavoro propedeutica alla definizione delle quote massime di ingressi di lavoratori stranieri in Italia per il triennio 2023-2025.

I dettagli del piano triennale

L’aggiornamento tra il ministero e le organizzazioni sindacali è programmato per il prossimo 5 aprile. Data entro la quale si inizieranno a delineare i numeri effettivi dei fabbisogni delle aziende che possono accedere ai bacini di lavoratori extra comunitari previsti dal Decreto Flussi.

I risultati del 27 marzo per il Decreto Flussi 2022 sono stati piuttosto evidenti: 240mila domande presentate tra le 9 e le 19 a fronte di un limite massimo di 82.705 tra ingressi dall’estero e conversioni di permessi di soggiorno autorizzati.

Per questo motivo le parti sociali hanno rappresentato l’urgenza dell’emanazione di un nuovo decreto che possa:

  • assorbire l’eccedenza di domande già presentate
  • ridurre al massimo gli ulteriori adempimenti a carico dei datori di lavoro. 

Decreto Flussi: verso la stabilizzazione

Gli obiettivi della richiesta dei sindacati sono:

  • l’aumento del numero massimo delle soglie
  • l’ampliamento dei settori di riferimento
  • e dei Paesi di origine

Anche le procedure saranno più flessibili e corrispondenti alle esigenze del mercato del lavoro (non sempre programmabili con largo anticipo), comprimendo il tempo che intercorre tra la domanda e l’arrivo del lavoratore in Italia e introducendo un meccanismo per assumere lavoratori stranieri già presenti in Italia, ma privi di permesso di soggiorno.  

I settori attualmente interessati

I settori produttivi dove si sono concentrate le maggiori richieste sono:

  • autotrasporto
  • edilizia
  • meccanica
  • telecomunicazioni
  • turistico-alberghiero
  • cantieristica navale

Per l’agricoltura, però, le disposizioni del Decreto Flussi prevedono una strada preferenziale. O meglio, una semplificazione dell’iter.

Proprio per questo particolare settore, infatti, ci sarà una corsia preferenziale e cioè: le richieste non accolte in prima istanza saranno esaminate in via prioritaria nell’ambito dei successivi decreti. Le aziende agricole, quindi, non dovranno presentare una seconda istanza per accedere.

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