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Nuove regole per le imprese che vogliono affrontare il nuovo passaggio verso Industria 5.0. Entra sempre più nel dettaglio, infatti, la programmazione che l’Europa sta portando avanti nel delicato passaggio del sistema economico ad una logica completamente circolare. Di cosa si tratta?
La circolarità dell’industria 5.0
I tempi per la realizzazione dell’Industria 5.0 sono, oramai, vicini. L’Europa ha definito già le 5 caratteristiche di base di questo nuovo modo di fare impresa:
- maggiore unione tra competitività e sostenibilità
- i lavoratori sono più autonomi perché le tecnologie sono calibrate sulle loro capacità
- accompagna la transizione green della tecnologia
- le aziende hanno maggiore responsabilità su tutto il processo produttivo
- e vengono introdotti criteri di valutazione qualitativi che prendano in considerazione anche il benessere aziendale
I limiti dell’approccio 4.0
Seppure dettato dall’esigenza di cambiamento digitale conseguente anche alla crisi pandemica, l’approccio dell’industria 4.0, per l’Europa, aveva un limite strutturale. Mancava nell’approccio 4.0 il legame tra produttività e sostenibilità. Cosa vuol dire?
Che mancavano:
- le competenze
- e le professionalità
in grado di garantire che all’uso delle risorse corrispondesse sempre la tutela dell’ambiente circostante. In particolare, l’industria 5.0 deve avere cura di un elemento centrale, e cioè che i processi produttivi non abbiano mai impatti negativi su:
- ambiente
- clima
- e società
La formazione dell’industria 5.0
Anche qui l’Europa ha iniziato a dare le prime indicazioni. Esattamente come accaduto per la Formazione 4.0, in cui c’era necessità dello sviluppo di competenze in ambito digital, per l’accompagnamento delle imprese nel paradigma Industria 5.0.
Sono 5 le competenze di base individuate nello skillset europeo della Formazione 5.0:
- alfabetizzazione digitale,
- intelligenza artificiale e analisi dei dati,
- lavoro con nuove tecnologie,
- sicurezza informatica
- e consapevolezza dei dati