Arrivano dall’Inps i dettagli operativi per gli sgravi contributivi previsti dalla Legge di Bilancio per le neo mamme che rientrano dopo il periodo di maternità. Si tratta, in buona sostanza, di una misura a favore delle lavoratrici, perché si traduce in una riduzione delle trattenute in busta paga sullo stipendio.

Questo specifico esonero contributivo ha una durata complessiva pari a dodici mesi decorrenti dalla data del rientro della lavoratrice in azienda, e si sostanzia in una riduzione del 50% della contribuzione previdenziale dovuta dalla lavoratrice.

Quali sono le lavoratrici per cui chiedere gli sgravi contributivi

L’esonero contributivo riguarda tutti i rapporti di lavoro dipendente del settore privato, incluso il settore agricolo, sia a tempo indeterminato che a tempo determinato, compresi i casi di:

  • regime di part-time
  • apprendistato (di qualsiasi tipologia)
  • lavoro domestico
  • lavoro intermittente.

L’esonero riguarda la quota di contributi che sono a carico delle lavoratrici, senza alcun risparmio per le aziende di appartenenza. Condizione affinché le lavoratrici possano usufruire delle agevolazioni è che il rientro nel posto di lavoro avvenga entro il 31 dicembre 2022.

Deve essere, comunque, il datore di lavoro a inoltrare all’Inps la richiesta per ottenere gli sgravi contributivi.

Gli altri incentivi per le donne

Questo particolare sgravio contributivo, non rivolto alle aziende ma alle lavoratrici, è una delle misure che, da un anno a questa parte, il Governo sta mettendo in piedi a sostegno del lavoro femminile. Con l’obiettivo sostanziale di ridurre il gap occupazionale tra uomini e donne. Altri esempi?

Il Fondo Imprese Femminile che accompagna sia la nascita di nuove “imprese rosa” che il potenziamento di quelle già esistenti. E poi tutta una serie di incentivi, declinati a livello nazionale o regionale, per sostenere l’ingresso delle donne, anche over 50, nel mondo del lavoro.

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