In arrivo dal Ministero dello Sviluppo Economico 2,2 miliardi di euro per l’attivazione di contratti di sviluppo. Al centro del progetto del ministero ci sono le cosiddette filiere industriali strategiche:

  • automotive,
  • microelettronica e semiconduttori,
  • metallo ed elettromeccanica,
  • chimico-farmaceutico,
  • turismo,
  • design,
  • moda e arredo,
  • agroindustria e tutela ambientale.

Come funzionano i contratti di sviluppo

Nelle idee del Mise sui nuovi contratti di sviluppo, i fondi complessivi ammontano a 2,2 miliardi di euro. Che sono la somma di molte risorse a disposizione:

  • 450 milioni di euro stanziati nella legge di bilancio 2022,
  • 750 milioni di euro dal Pnrr

Nello specifico, le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza serviranno ad esempio a realizzare progetti d’investimento legati a:

  • digitalizzazione,
  • innovazione
  • e competitività delle filiere del made in Italy

A queste risorse, si aggiunge un ulteriore miliardo di euro per rafforzare gli investimenti, anche in ricerca e innovazione, sulle principali filiere della transizione ecologica, favorendo anche i processi di riconversione industriale con la costruzione di Gigafactory.

L’obiettivo del progetto del Mise

L’obiettivo del progetto del ministero è, come detto, la creazione, in tutta Italia, di 40 progetti di sviluppo industriale. Una volta compreso quale è l’utilizzo del contratto di sviluppo, occorre capire anche quali sono le caratteristiche che deve avere per essere finanziato e far ottenere, quindi, le agevolazioni.

Ogni programma di sviluppo che rientra nelle agevolazioni previste deve avere le seguenti caratteristiche, e cioè:

  • non deve essere inferiore ai 20 milioni di euro di investimento complessivo
  • deve essere concluso entro 36 mesi dalla data della determinazione di concessione delle agevolazioni

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