È operativa dal 20 settembre la finestra temporale del Ministero dello Sviluppo Economico per l’attivazione dei contratti di sviluppo per le aziende. E, di conseguenza, per l’attivazione dei relativi incentivi. C’è, però, una novità introdotta dal ministro Giorgetti: la clausola salva lavoratori delle aziende in crisi. Vediamo di cosa si tratta.

Contratti di sviluppo e aziende in crisi

Qual è, dunque, la novità introdotta con il decreto ministeriale a firma di Giorgetti? C’è una specifica clausola per i contratti di sviluppo attivabili nel 2021 e riguarda la possibilità delle aziende di assumere in via preferenziale i lavoratori che vengono da aziende in crisi.

Nello specifico il decreto si rivolge alle imprese che si impegneranno, nel caso di un incremento occupazionale delle loro attività, ad assumere in via prioritaria:

  • i percettori di interventi di sostegno al reddito,
  • disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo
  • e lavoratori di aziende coinvolte in tavoli di crisi attivi presso il Ministero.

Cosa prevedono i contratti di sviluppo

Con i contratti di sviluppo ogni aziende può decidere di attivare:

  • sviluppo industriale, compresa la trasformazione e la commercializzazione di prodotti agricoli;
  • la tutela ambientale
  • e sviluppo di attività turistiche che possono comprendere, per un importo non superiore al 20% degli investimenti complessivi da realizzare, programmi destinati allo sviluppo delle attività commerciali.

Quali sono le agevolazioni previste?

Oltre a spiegare cosa sono e, fondamentalmente, a cosa servono, i contratti di sviluppo prevedono anche particolari agevolazioni per le aziende.

Le agevolazioni sono concesse nelle seguenti forme, anche in combinazione tra loro:

  • finanziamento agevolato, nei limiti del 75% delle spese ammissibili
  • contributo in conto interessi
  • o ancora un contributo in conto impianti
  • e, infine, un contributo diretto alla spesa.

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