Lavoro e occupazione: arrivano le prime conseguenze delle misure di “contenimento” della crisi occupazionale volute dal Governo. In Italia non c’è stata l’emorragia di posti di lavoro tanto temuta, ma mancano i ritmi di crescita registrati negli altri Paesi europei.

Lo studio su lavoro e occupazione

I dati vengono dallo studio della fondazione Ambrosetti “L’impatto dell’emergenza da Covid-19 sullo scenario economico italiano”. Il report porta alla luce alcuni dati:

  • il rischio perdita del posto di lavoro viene spostato al biennio 2021-2022
  • e sono soprattutto i giovani ad avere registrato difficoltà a mantenere la propria occupazione.

I dati del report sono piuttosto chiari: se, infatti, nel 2020 l’Italia ha registrato il totale blocco dei licenziamenti, le previsioni parlano di un peggioramento della disoccupazione:

  • con un +9,8% nel 2021
  • e un quasi simile +9,6% nell’anno successivo

In questo panorama di certo non confortante, si abbatte anche un’altra scure sui giovani: nei tre trimestri dopo la stretta emergenza Covid, il calo del tasso di occupazione degli under 30 è stato 5 volte più rapido rispetto a quello dei senior. Complici, sicuramente, le diverse tipologie di contratto di lavoro che continuano a caratterizzare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

E, intanto, in Europa cosa succede?

Lavoro e occupazione: lo scenario del resto d’Europa

In Europa lavoro e occupazione viaggiano su binari differenti rispetto a quelli italiani. Prendendo, ad esempio, i dati di Francia e Germania si vede subito che:

  • in Italia gli inattivi sono aumentati dell’1,6%, rispetto al +0,7% della Francia e allo zero della Germania
  • nel nostro Paese il tasso di occupazione si è ridotto dell’1% durante il 2020, mentre in Francia dello 0,3% e in Germania dello 0,5%.

Cosa significano, insieme, tutti questi dati? Che gli italiani sono meno produttivi rispetto ai lavoratori degli altri Paesi dell’Europa, e che, senza tempi stretti e certi per la riforma del mercato del lavoro, il sistema economico nazionale diventa sempre meno competitivo.

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