Nel Pnrr il peso per le politiche attive del lavoro, lo abbiamo detto spesso in articoli precedenti, è di 4,4 miliardi di euro. Si tratta di un programma specifico, la misura 5, che avrà i suoi benefici nei prossimi cinque anni. Ma quali saranno gli effetti e i primi risultati del 2021?

Le priorità delle politiche attive del lavoro del 2021

La data di partenza messa dal Governo Draghi per le misure di politiche attive del lavoro è l’ultimo trimestre del 2021. Entro la fine dell’anno, quindi, dovranno essere attivate misure di sostegno al lavoro per un valore complessivo di 400 milioni di euro.

Quali saranno le priorità del Governo per questo primo blocco di investimenti? Sicuramente c’è intenzione di:

  • continuare a finanziare percorsi di formazione, inseriti anche nei piani incentivati dell’ultimo periodo, come ad esempio il Fondo Nuove Competenze
  • così come c’è intenzione di potenziare le attività dei centri per l’impiego

Le misure per il lavoro negli anni successivi

E poi? Cosa accadrà dopo il primo blocco degli investimenti di 400 milioni di euro del 2021 per le misure di politiche attive del lavoro?

Le intenzioni, da questo punto di vista, sono più chiare: ogni anno, fino al 2026 sarà investito un miliardo di euro per:

Quest’ultima misura, inserita nel Pnrr tra le novità, non è altro che un sistema di presa in carico di:

  • disoccupati
  • percettori di Naspi
  • reddito di cittadinanza
  • cassa integrazione straordinaria

Per ognuno di questi profili il programma GOL traccerà sia l’iniziale percorso di formazione personalizzata per la riqualificazione delle competenze, che l’accompagnamento al lavoro.

Politiche attive del lavoro: gli altri interventi

Ma ci sono anche altri investimenti, inseriti nel Pnrr, e che riguardano il mercato del lavoro. Vediamoli nel dettaglio:

  • il sistema di formazione duale, ovvero il cosiddetto apprendimento on the job, per il quale ci sono 220 milioni di euro soltanto nel 2021 (su un totale di 600)
  • il servizio civile universale che in questo anno riceverà 216 milioni (che diventeranno 650 entro il 2023

Emergenza lavoro: ecco il perché delle scelte del Governo

Dopo aver analizzato nel dettaglio i primi interventi delle politiche attive del lavoro e di riforma, in generale, del mercato del lavoro, resta da fare una considerazione: nel 2021 non sono previsti interventi dal Pnrr in altri settori.

Dal 2022 partiranno, infatti, gli investimenti per quello che riguarda:

  • famiglie
  • infrastrutture sociali
  • terzo settore e comunità
  • rigenerazione urbana

Cosa significa questo? Significa che la questione lavoro rappresenta, a pieno titolo, un’emergenza da affrontare e su cui intervenire nel minore tempo possibile.

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