Investire in qualità per nuove Politiche attive

Politiche attive nel futuro serve qualità. Arriva direttamente da Assolavoro, l’Associazione Nazionale di Categoria delle Agenzie per il Lavoro (APL) il richiamo per nuove politiche attive per il lavoro. In un’intervista il presidente Alessandro Ramazza ha sottolineato l’importanza di un salto di qualità.

‘Occorre cambiare per sanare la scollatura tra l’offerta di posti e la carenza di professionalità”

Queste le parole del presidente Ramazza che ha posto l’accento sull’importanza della formazione.

Politiche Attive: cosa sono e perchè cambiare

Le politiche attive del lavoro sono tutte quelle iniziative fatte dalle Istituzioni, nazionali e locali, per promuovere l’occupazione e l’inserimento. Tra esse rientrano gli incentivi alle imprese, il reddito di cittadinanza, la dichiarazione di disponibilità al lavoro, l’assegno di ricollocazione. La formazione, ad esempio rientrando negli incentivi alle imprese è un esempio di politiche attive.

La Formazione come leva per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro

Secondo l’Ocse la formazione è un elemento “fondamentale se si vuole avere successo nei mercati del lavoro. Il sistema della formazione continua, soprattutto quello erogato dalle Agenzie per il Lavoro risponde in tempo reale al continuo mutamento dei profili occupazionali richiesti e alle esigenze di formazione delle aziende. Con le competenze professionali richieste dalle aziende in continuo mutamento è evidente che un lavoratore per accedere al mondo del lavoro ha bisogno di una formazione costante. Da qui l’importanza del salto di qualità che le istituzioni devono compiere sul piano nazionale e regionale. Nell’attuale mondo del lavoro è impensabile procedere senza che i lavoratori o le aziende compiano passi privi di percorsi di formazione. Anche l’Ocse, di recente ha chiesto all’Italia di investire di più nella formazione continua degli adulti, e di “rafforzare l’efficacia dei percorsi di formazione tecnica e professionale e ridurne la frammentarietà affinché questi vengano percepiti come opzioni educative di alto livello”. A partire da questi e da altri accorgimenti le Politiche Attive potranno compiere un salto qualitativo nel futuro.

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