Arrivano dall’Anpal i dati ufficiali sull’andamento del Reddito di cittadinanza nel 2022. L’agenzia per il lavoro, nel suo report di fine anno, ha fotografato non solo il numero di beneficiari della misura, ma anche l’andamento di tutte le politiche di inserimento lavorativo attivate.

I beneficiari del reddito di cittadinanza nel 2022

Partiamo dal primo dato, ossia il numero assoluto di beneficiari del reddito di cittadinanza nel 2022. Stando ai dati Anpal, alla fine dello scorso anno, la situazione era la seguente:

  • 998mila i beneficiari del Reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro e ancora in misura
  • di cui 157mila occupati (working poors)
  • e 725mila soggetti alla sottoscrizione del Patto per il lavoro
  • 115mila, invece, gli esonerati dagli obblighi di condizionalità e i rinviati ai servizi sociali.

Nel 74,3% dei casi i beneficiari soggetti al Patto per il lavoro non hanno mai avuto un contratto di lavoro dipendente o in para-subordinazione nei 36 mesi precedenti il 31 dicembre 2022.

Il match con il programma GOL

La componente attiva di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro per i beneficiari rdc è il programma GOL, Garanzia Occupabilità Lavoratori.

 Il report Anpal evidenzia che in base alla profilazione quantitativa messa a punto nell’ambito del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori – Gol, solo poco più del 4% è costituita da work-ready, cioè da beneficiari che presentano un basso rischio di diventare un disoccupato di lunga durata (12 mesi o più).

Il 40,2% dei presi in carico, pari a quasi 134mila individui, ha sottoscritto un patto di servizio personalizzato secondo i criteri definiti da Gol.

Quali sono i percorsi più attivati tra Gol e RDC?

È anche questo un dato interessante, relativo ai percorsi specifici del programma GOL a cui aderiscono i beneficiari di reddito di cittadinanza.

Ecco i dati Anpal:

  • il 15% è inserito nel percorso 1, che identifica le persone più vicine al mercato del lavoro
  • il 24% nel percorso 2 di upskilling, cioè di aggiornamento delle competenze (fino a 150 ore di formazione)
  • oltre la metà (52%) è inserita nel percorso 3 di reskilling, di vera e propria riqualificazione (formazione fino a 600 ore)
  • il 9% necessita di percorsi complessi di lavoro e inclusione.
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