Nel curriculum o durante un colloquio, si racconta e si condensa il proprio background formativo e lavorativo. Lo scopo è risultare il più possibile appetibili agli occhi dei recruiter e dell’azienda. Tuttavia, spesso un percorso di carriera non è lineare o magari ci sono episodi professionali che si vorrebbero dimenticare. Si possono quindi omettere esperienze lavorative? Esiste il rischio che il passato torni a galla e che si venga giudicati per non aver detto la verità? Vediamo come comportarsi in queste situazioni.

Tacere è diverso da mentire: quando farlo e quando no

Un conto è dire una bugia, un altro e non dire tutta la verità. Nel corso del tempo, per caso o per necessità, capita di fare i lavori più “disparati e disperati”. A volte la reputazione di un datore di lavoro o di un’impresa non sono le migliori. In altre circostanze un rapporto professionale termina con un licenziamento, magari per divergenze con la direzione. Il timore in pratica è che quelle esperienze lavorative restino come delle macchie sul proprio cv.

La tentazione è dare un colpo di spugna al passato. Ogni persona scrive la sua storia, quindi ha il diritto di raccontare la propria versione dei fatti e sequenza degli eventi. Diverso è il caso in cui alcuni dettagli sono richiesti per questioni di conflitto di interessi o sicurezza. In queste eventualità, non è mai consigliabile nascondere le informazioni. Si tratta dell’unico caso in cui tacere è uguale a mentire.

Come e perché omettere esperienze lavorative

I recruiter non amano i buchi nel curriculum. Un altro discorso però è omettere esperienze lavorative che non c’entrano nulla con la posizione in oggetto. Ci si può cioè concentrare su determinate competenze, o indicare le altre in una sezione a parte.

In questo modo il selezionatore ha subito disponibili tutti i dati che gli occorrono, senza cercarli in mezzo ad altri che non sono attinenti. Ulteriore sistema per fare maggiore “selezione” delle esperienze lavorative è non andare troppo a ritroso nel tempo.

Nell’era digitale, le tecnologie come le competenze invecchiano molto rapidamente. Meglio quindi concentrarsi al massimo su un arco temporale di 10-15 anni. Il curriculum inoltre sarà anche più snello e coerente. Questa strategia si rivela molto utile in particolare per rendere il cv meno “intimidatorio”, e sentirsi dire che si ha troppa espehttps://www.timevision.it/news/persone/lavoro/scartati-perche-troppo-qualificati-ecco-la-soluzione/rienza per il ruolo.

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