Internazionalizzazione per favorire il Made in Italy sono diverse le novità che con l’approvazione del Piano di Resilienza attendono le PMI. Internazionalizzazione, il termine che con l’approvazione del Pnrr entra di diritto nel linguaggio comune delle aziende di casa nostra.

La Misura 1 del Pnrr del Governo Draghi ora è al vaglio europeo prima della verifica definitiva e l’assegnazione dei fondi del Recovery.

Nella misura si parla di digitalizzazione, innovazione e competitività. Saranno questi gli elementi di base per lo sviluppo del sistema produttivo.

E saranno elementi elementi di sostegno per la loro internazionalizzazione.

L’eccellenza del Made in Italy attende solo l’internazionalizzazione


Cuore nevralgico dell’economia italiana e del suo tessuto produttivo gli interventi a sostegno delle piccole e medie imprese si rendono necessari per sostenere la loro crescita, il loro sviluppo e la loro resilienza e favorire di fatto il Made in Italy.

Internazionalizzare , significa, principalmente potenziare la capacità delle filiere, in particolar modo di quelle più avanzate tecnologicamente per renderle competitive sui mercati internazionali rispondendo, di fatto, alla crisi in atto.

Aziende: quando internazionalizzazione è sinonimo di competitività

  • 70 per cento del valore aggiunto industriale non finanziario;
  • 80 per cento della forza lavoro

Ecco le percentuali di un settore fortemente penalizzato a causa di problemi di competitività.

Nel nostro paese ci sono circa 760mila PMI che crescono, dati alla mano, del +5,6% in media all’anno. La stragrande maggioranza di esse sono micro imprese dal fatturato minore di 2 milioni di euro. A loro e non solo si rivolgono le misure contenute nel Pnrr.

Internazionalizzazione per cogliere nuove opportunità e per far conoscere il Made in Italy

Diventa grazie al Pnrr l’internazionalizzazione in chiave digital lo strumento non solo per aumentare i l proprio business ma anche la chiave di volta per impiegare tecnologie innovative.
Gli interventi per le PMI riguarderanno non solo l’internazionalizzazione, per favorire la diffusione del Made in Italy all’estero, e il rafforzamento delle filiere produttive più innovative e strategiche ma anche per creare le condizioni favorevoli alla ripresa in chiave turistica e culturale

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