Le imprese fragili senza innovazione restano fuori dal mercato del lavoro

Innovazione e digitalizzazione sono i passepartout per le imprese italiane che vogliono guardare al futuro, dopo la crisi dettata dalla pandemia.  A scuotere il mondo dell’imprenditoria su questa necessità è l’ultimo studio pubblicato dallo Svimez in collaborazione con il Centro Studi Tagliacarne.

E’ chiaro che il Covid è andato ad incidere su un tessuto produttivo già fragile soprattutto nei servizi. A farne le spese le imprese del  Centro e del Mezzogiorno che segnano ritardi nel campo di innovazione e digitalizzazione.

Lo studio Svimez i dati delle imprese fragili

Nel maggio , secondo lo studio Svimez, 3.200 imprese italiane tra 5 e 499 addetti, il 15% del totale, di cui quasi 20mila nel Mezzogiorno (19.900) e 17.500 al Centro, sono a forte rischio di espulsione dal mercato

Dall’indagine emerge, oltre a una differenziazione marcata tra Nord Est e Nord Ovest, anche la fragilità di un Centro che si schiaccia sempre più sui valori delle regioni del Sud – commenta il Direttore SVIMEZ, Luca Bianchi – I diversi impatti settoriali, con la particolare fragilità di alcuni comparti dei servizi, impongono, dopo la prima fase di ristori per tutti, una nuova fase di interventi di salvaguardia specifica dei settori in maggiore difficoltà, accompagnabili con specifiche iniziative per aumentare la digitalizzazione, l’innovazione e la capacità esportativa delle imprese del Centro-Sud

Le imprese più fragili quelle dei servizi

E’ chiaro che le imprese che operano nel settore dei servizi sono quelle che hanno forti difficoltà a “resistere” alla selezione operata dal Covid come risultato di una fragilità strutturale dovuta ad assenza di innovazione (di prodotto, processo, organizzativa, marketing), di digitalizzazione e di export, e di una previsione di performance economica negativa nel 2021.

Nel comparto dei servizi infatti i deficit di innovazione e di digitalizzazione hanno spinto l’incidenza di imprese fragili :

  • oltre il 50% a livello nazionale
  • fino al 60% al Sud

Formazione e digitalizzazione per abbattere la fragilità

Il mix di fragilità, che ha indebolito la risposta allo shock da Covid, e delle previsioni sulla mancata ripartenza delle vendite nel 2021 danno vita ad un bacino di imprese a forte rischio di espulsione dal mercato.

Per queste imprese formazione e digitalizzazione diventano il trampolino di lancio per uscire dalla crisi. La formazione diventa l’aspetto fondamentale intorno al quale far ruotare il futuro delle aziende e delle piccole e medie imprese.

Formazione, specializzazione, competenze sono il fil rouge che segna il passaggio al mondo post crisi pandemica e allo stesso tempo gli strumenti per evolversi nel proprio cammino di crescita professionale e personale.

Non da meno la digitalizzazione diventa l’arma in più per le pmi per non restare indietro nel percorso di riconquista del mercato. Gli strumenti messi a disposizione del Governo sono tanti: dal piano Transizione 4.0 fino ad arrivare a tutti gli incentivi per la Formazione 4.0 destinata ai dipendenti.

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